Il tursiope ha un corpo robusto, un rostro corto e tozzo e una colorazione grigia piuttosto uniforme. Tra tutti i delfini è probabilmente il più adattabile, una caratteristica coerente con le sue abitudini costiere, dove il disturbo causato dalle attività umane è più elevato e le condizioni ambientali possono variare molto e rapidamente. Proprio per la sua adattabilità è anche la specie che più spesso si vede nei delfinari.
Subito dopo la nascita i piccoli vengono accompagnati in superficie a respirare dalla madre, a volte aiutata da altre femmine.
Si tratta di un cetaceo sociale, che si avvista in gruppi formati mediamente da una decina di animali. Il tursiope è un “opportunista” dal punto di vista alimentare, capace di adattare le proprie strategie di caccia al tipo di prede disponibili. A volte questi delfini approfittano anche degli attrezzi da pesca e si possono vedere in prossimità di reti, da posta o strascico, e di allevamenti ittici. Si possono incontrare anche individui solitari, che per qualche motivo restano isolati dai loro conspecifici e si stabiliscono in baie o in prossimità di porti, dove a volte interagiscono con gli esseri umani. Vivere in totale isolamento sociale è però una circostanza innaturale, che può alterare i normali comportamenti di questi animali e sottoporli a maggiori rischi di lesioni o uccisione da parte dell’uomo.
Mediante le tacche sul margine posteriore della pinna dorsale.
Ogni individuo emette un fischio firma, una sorta di “nome proprio” per farsi riconoscere dai membri del gruppo.
Nel tursiope è stato dimostrato il cosiddetto “fischio firma”, un suono diverso per ogni individuo che permette agli altri membri del gruppo di riconoscerlo. Questi fischi si consolidano nei piccoli durante il primo anno e rimangono pressocché invariati per tutta la vita.