È il più grande predatore attualmente vivente e frequenta praticamente tutti i mari del mondo. La testa prende quasi un terzo dell’intero corpo e contiene lo spermaceti, una sostanza oleosa per cui questa specie è stata ferocemente cacciata in passato. A differenza delle balene vere e proprie è classificato come odontocete, ed è quindi dotato di denti, presenti solo sulla mandibola; è in grado di raggiungere profondità superiori ai 2000 m rimanendo in apnea per oltre due ore.
Nel Santuario Pelagos si nutre di calamari che vivono tra 500 e 2000 m di profondità, rimanendo in immersione per circa 45 minuti. In superficie rimane quasi fermo per circa 15 minuti per recuperare le forze, respirando a intervalli regolari.
Nel Santuario si incontrano per lo più maschi solitari o in piccole aggregazioni, ma negli ultimi anni è stata registrata anche la presenza di gruppi sociali composti da femmine con i piccoli (gruppi famigliari), solitamente distribuiti più a sud.
Come tutti gli odontoceti il capodoglio è dotato di un “biosonar”, che gli consente , come ai pipistrelli, di orientarsi e cacciare al buio attraverso i suoni. L’animale emette degli impulsi sonori e ne analizza gli echi di ritorno, riuscendo a individuare le prede e a distinguere le caratteristiche del fondale marino.
Mediante le tacche sul margine del lato ventrale della coda ed eventuali macchie biancastre, che possono essere presenti anche sul corpo.
Nel santuario Pelagos i capodogli effettuano immersioni di 45-50 minuti per cacciare calamari che vivono in profondità
Nei gruppi famigliari nonne, mamme e zie sono molto protettive e in caso di pericolo si dispongono in una formazione a cerchio, che ricorda una margherita, con i piccoli e i neonati al centro. Il “naso “del capodoglio, propriamente detto sfiatatoio, è formato da un solo orifizio ed è spostato leggermente a sinistra rispetto al centro del capo.